È un luogo dall’oscuro fascino, che sorge sul bordo di una strada di campagna, lambito dal ridotto traffico automobilistico che gli passa accanto veloce e distratto.
Da marzo a ottobre il rudere di chiesa è ghermito da arbusti e da rampicanti che lo stringono in una gabbia vegetale.
Il Cristo abbandonato s’inchina innanzi a Pan.
Durante i mesi invernali, l’edificio ritrova i propri contorni, come un fantasma di muratura tra fusti di castagni.
Il luogo trasmette vibrazioni primordiali al visitatore solitario, fino a condurlo in una dimensione panica.
Il rapimento è immediato, irrazionale. Un senso di timore pervade l’essere e si resta immobili a fissare l’altare, in attesa che il dio dei boschi compaia. (GF)
© sull’immagine Gabriele Ferrero
Lascia un commento